Insciallah

insciallah

Pubblicato da Rizzoli nel 1990, tradotto in ben ventidue Paesi, Insciallah segna il ritorno sulla scena internazionale della Fallaci a undici anni dall’uscita di Un uomo.

Sotto la trama di un reportage che racconta e trasfigura il conflitto in Libano si cela un terribile interrogativo: che le dinamiche dell’odio, della guerra e degli attacchi terroristici siano dominate esclusivamente dalle bizzarre logiche del caso?

Sullo sfondo della città di Beirut devastata e assediata da decine di cani affamati, in cui la guerra getta in ogni istante segnali di morte sui contingenti in missione di pace, decine di soldati italiani attendono che la situazione si plachi nella speranza che le loro vite non vengano stroncate da un improvviso attacco kamikaze.

Centinaia di soldati francesi e americani, nel giro di pochi minuti, sono stati cancellati dalla faccia della terra da due violentissime esplosioni provocate dalla setta dei Figli di Dio, fondamentalisti islamici pronti a rinunciare alla vita per il bene del loro popolo e della loro religione. Mancano all’appello soltanto i contingenti italiani: che sia giunto anche per loro il momento dell’attacco? Se è così, quando saranno presi di mira dai kamikaze? Se, al contrario, sono stati effettivamente risparmiati dalle rappresaglie ordite contro gli invasori, quali possono essere le ragioni reali? Quali invece le conseguenze pratiche?

I  numerosi soldati italiani a Beirut cercano di capire che ne sarà di loro, se riusciranno a riabbracciare i propri cari o moriranno dimenticati a causa di un solo colpo di spugna degli estremisti. Ognuno con la propria storia, il proprio dialetto, il proprio attaccamento viscerale alla vita, tra di loro si confidano, provano a scherzare, riassaporano le gioie del passato, ma più di tutto riflettono sul modo migliore di uscire da una situazione incomprensibile, totalmente avulsa dal loro controllo.
C’è chi, come Charlie, cercherà per le strade le conferme della possibile grazia concessa; chi invece, come Fabio, urlerà disperato sul cadavere di un amico rimpiangendo l’errore fatale dell’arruolamento; chi ancora, come Angelo, percepirà nitidamente di essere vittima passiva dei capricci del caso, e servendosi delle teorie matematiche di Bolzmann cercherà una parvenza di ordine nei principi soprannaturali della vita, della guerra, e della morte.

“Un opus formidabile, che intravede le battaglie del futuro mentre analizza e descrive lo spirito degli italiani con una saggezza, un’ironia e un distacco che saprei trovare solo ne La tregua di Levi, ne Il partigiano Johnny di Fenoglio e in Tomasi di Lampedusa” (dalla prefazione di Gianni Riotta).
(Liberamente tratto da Wikipedia, l’enciclopedia libera)
latineloqui69