La parola del giorno: cimitero

DIstrazione

CIMITERO O CAMPOSANTO?

La parola “cimitero”, attraverso il tardo latino “coemeterium” (=archivio), deriva dal greco κοιμητήριον (“koimētḕrion”, luogo di riposo), il cui etimo risale al verbo κοιμᾶν (“koimân”), che all’attivo significa  “fare addormentare”, al medio-passivo “addormentarsi”.

Il termine fa quindi riferimento al “sonno eterno”, all’Eterno riposo”, alla “dormitio” (altro termine presente nel catechismo cattolico per contesti più “elevati”) cui siamo destinati dopo il “passaggio a miglior vita”.

Il suo sinomimo, “camposanto”, nato nel XIV sec. (De Mauro, Il dizionario della lingua italiana), ha una matrice più specificamente cristiana, dato che, significando alla lettera  “il campo dei santi”, fa riferimento al destino che i Cristiani sperano comune per tutti i trapassati: il Paradiso dei Beati, nella descrizione icastica che ha regalato all’eternità il Sommo Dante Alighieri…

Eppure il primo mi è sempre piaciuto più del secondo… Vuoi perché è più “aperto” a diverse visioni della vita (cristiana come la mia, ma anche atea o agnostica, come nel caso di qualcun altro…), vuoi perché mi ha sempre colpito la dolcezza dell’immagine del sonno, del riposo, della meritata serenità.

Ma in ogni caso sono luoghi di legami affettivi tra vivi e morti (la “corrispondenza di amorosi sensi” di foscoliana memoria) e celebrazione eterna di valori storico-civili come l’amor di patria, la gloria, lìeroismo. Ecco perché in varie città esistono alcuni cimiteri definiti  “monumentali” (quelli che contengono le tombe di personaggi famosi), che purtuttavia non sottrarranno MAI valore a quelli “comuni”, finché ci sarà qualcuno di noi che vi andrà a depositare UN fiore sulla tomba di un proprio caro, per quanto questi si trovino “fuor de’ guardi pietosi”(I Sepolcri, v. 52)

latineloqui69