Io, piccola ospite del Fuhrer

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Berlino 1945, ultimo inverno prima della disfatta. L’autrice e suo fratello Peter, insieme ad altri bambini berlinesi “privilegiati” diventarono i piccoli ospiti del FÜHRER, in seguito ad una delle mosse propagandistiche del ministro Goebbels. Così furono prelevati da casa e trasportati nel bunker di Hitler.

L’autrice ricorda tutto di quell’esperienza: odori, colori, sensazioni, timori, angosce, e le riversa nel suo bellissimo libro.

Bellissima la descrizione dell’incontro: “Il Fuhrer avanza verso di noi, ma io non credo ai miei occhi: è così diverso da come lo avevo immaginato! Continuo a fissarlo con indicibile stupore: il passo lento e strascicato, le spalle curve, il braccio sinistro rigido come se fosse di legno e un vistoso tremolio del capo… Non posso crederci! Sarebbe questo il Fuhrer della Germania (…). Ma, al contrario, la sua stretta è molle. Questa mano calda e sudaticcia è davvero quella del Fuhrer? (…). Poi osservo il suo naso, lungo e brutto, le guance, flosce, con le rughe, infine la bocca grinzosa sovrastata dai famosi baffetti, ormai ingrigiti, ma tagliati con cura. Sì, Hitler ha proprio una bruttissima cera! Allora mi succede una cosa strana. Il grande Fuhrer del Terzo Reich mi fa pena“.

Disarmante, la semplicità espressiva dei bambini.

latineloqui69