Storie bastarde

TITOLO COMPLETO: Storie bastarde. Quei ragazzi cresciuti tra Pasolini e la Banda della Magliana

 

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“Noi pischelli di periferia cresciuti a cavallo tra gli anni Settanta e Ottanta vivevamo così: ancora senza telefonino e senza Internet, alternando le immagini del tossico che scioglieva il laccio emostratico alle pecorelle di Heidi in TV; dagli scippi col vespone di cui eravamo testimoni quotidiani al volto rassicurante di Paolo Valenti che al novantesimo minuto ci raccontava le galoppate di Giancarlo Antognoni, le scivolate di Cuccureddu e le rovesciate di Roberto Pruzzo. Quasi tutti ce l’abbiamo fatta. Quasi.”

Rievocative e quasi “mitologiche” le parole di Davide Desario (nato a Roma nel 1971, giornalista de Il Messaggero, dove è caposervizio della Cronaca di Roma) per chunque di noi sia nato negli anni Sessanta/ Settanta.

Anni Settanta. Estrema periferia di Roma. Una terra di nessuno dove qualche anno prima è stato massacrato e ucciso Pier Paolo Pasolini. Un posto dove le strade ringhiano e i bar sono palestre di vita. Un gruppo di ragazzini cresce in mezzo alla malavita locale, incrociando i bravi ragazzi. della Banda della Magliana e la Primula Rossa delle Br, Barbara Balzerani. È Ostia, ma potrebbe essere qualunque periferia italiana, dove sopravvivere vuol dire fare i conti anche con tragedie come l’episodio di Vermicino che ferma tutti davanti le televisioni. Le storie bastarde pestaggi tra rossi e neri, fionde e motorini rubati, scippi e scommesse, le sfide tra bande nemiche, e poi overdose, morti ammazzati diventano lenti d’ingrandimento su una gioventù che cresce e sul mondo che sta cambiando. (Prefazione di Giancarlo De Cataldo).

La particolarità sono le canzoni, con le immagini in bianco e nero dei 45 giri stampate all’inizio di ogni capitolo: quelle canzoni sono l’immaginaria colonna sonora di questo libro, agevole e snello, ma dal sapore crudo.

“La strada in quegli anni mi aveva insegnato tanto. Come distinguere un tossico a cento metri di distanza, come evitare uno scippo a mia madre facendola camminare lontano dal ciglio della strada, come evitare i gavettoni delle signore che nojn volevano che giocassimo a calcio sotto i loro balconi, come saltare giù dall’autobus quando salivano i controllori, rubare una girella Motta al supermercato, come farmi rispettare quando si giocava a pallone con i più grandi e come stare alla larga dagli animi inquieti”.

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