“La scuola è un’altra cosa”

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“Le competenze resteranno a disposizione, ma rimane la consapevolezza che a settembre non si può ricominciare con la Didattica a distanza. Perché la scuola è un’altra cosa. E si deve tornare a scuola, a garantire a tutti il diritto all’istruzione, pienamente. Quindi bisogna aprire in fretta una nuova fase”.

Non possiamo che essere d’accordo con quanto ha affermato la viceministra dell’istruzione On. Anna Ascani.

Perché la scuola NON è la DaD. Non mi stancherò mai di ripeterlo e di scriverlo ovunque. La DaD è stata un prezioso strumento emergenziale che ha avuto la funzione di accompagnare gli studenti durante questa maledetta pandemia, tenere i contatti con loro, provare a guardarli negli occhi (quando ce lo permettevano, mantenendo le telecamere accese…) per provare a capire cosa provavano in questo inusuale e imprevedibile nuovo modus vivendi, isolati dentro casa e privi di tutto ciò che fino a pochi giorni prima li caratterizzava: conoscenze, amici, contatti, “caciara”, socialità vera.

E non possiamo far finta di non notare il fatto che la DaD non ha riguardato tutti gli studenti d’Italia, chiusi dentro casa dall’oggi al domani, bensì solo una parte: quella dei più abbienti, quella dei più indipendenti, quella dei più fortunati. Ma esiste un prezioso articolo della nostra Costituzione che si impegna a dichiarare l’istruzione un diritto inalienabile di tutti, non un privilegio per pochi. Quindi è assolutamente necessario tornare tutti in aula a settembre! E ho detto “tutti”. Non metà classe in aula e un’altra metà a casa dietro uno schermo (solo chi non ha passato mattinate intere ad insegnare da dietro una cattedra può pensare che una simile ipotesi logistica abbia una qualche valenza didattica, professionale e psicologica). Non su doppi turni (chi ha provato una simile gestione di spazi e tempi sa bene quanto poco proficuo e produttivo sia tale modus operandi…).

In aula. Tutti. Separati quanto vi pare, nel rispetto delle misure di distanziamento sociale, bocche e nasi coperti da mascherine, con controllo della temperatura e flaconi di disinfettante ad ogni angolo della scuola, ma tutti in aula.

Solo così si potrà riprendere il dialogo didattico. Solo così si potrà tornare a vivere. E a crescere. Non dimentichiamo un piccolo “dettaglio”: gli alunni in età scolare e gli adolescenti in generale hanno avuto un’interruzione della crescita che forse pagheranno cara.

Dobbiamo aiutarli a riprendere familiarità con la vita “normale” perché anche loro possano tornare “normali” : loro amano il mondo virtuale, ma in questo momento (udite udite…) se lo sentono stretto, proprio perché ne vedono i limiti.

Aiutuamoli, dunque, a ritrovare la loro socialità. Quella vera!