E se covano i lupi

E se covano i lupi

Il  «romanzo di animali» è un genere letterario molto caro alla prolifica e pluripremiata Paola Mastrocola.

Agganciandosi idealmente alla favola classica di esopica memoria, la scrittrice presenta in questo libro la figura di un lupo-filosofo, un bizzarro personaggio che ama starsene a pensare e scrivere, che passa la vita tra barca, scuola, bar e biblioteca, correggendo compiti, studiando Schopenhauer e pescando tonnetti, ma che improvvisamente vuole diventare meno astratto.

La sua originale consorte è un’anatra, una che svolazza spensierata ma ora si chiede se ai suoi figli, quando nasceranno, piacerà una madre che non sa niente del mondo e non ha combinato granché (dato che ha provato a fare la giornalista, “per diventare un po’ adulta”, ma ha abbandonato presto…). In soli 28 giorni (il tempo necessario alle uova per schiudersi) il lupo e l’anatra possono diventare quello che non sono ancora e soprattutto prepararsi ad essere genitori: il misterioso, e irripetibile, tempo dell’Attesa.

L’attesa, come il libro che il lupo pubblica a sua insaputa. Un libro molto sui generis che diventa il caso letterario dell’anno, un vero capolavoro mondiale per un motivo semplicissimo: “nessuno in questo mondo sapeva più cos’era l’attesa. Tutto era immediatamente a portata di mano, bastava premere un tasto, accendere un computer, mandare un SMS, prendere un aereo, cliccare su un sito” (…). “E dunque un libro che si intitola L’attesa fu celebrato come un dono del cielo. Non importava che avesse solo una pagina e che in quella pagina campeggiasse una sola frase. Andava benissimo così. Anzi era una vera gioia per i lettori apprendere che l’attesa non era poi una faccenda così complicata, e che bastava stare col naso appiccicato a una vetrata”. Perché -del resto- “i genitori non sopportavano più che i figli vivessero nel desiderio di qualcosa, volevano vederli felici e sorridenti subito. Così si dimenticarono di insegnar loro l’attesa”.

Così la solo apparentemente semplicistica favoletta diventa una metafora della vita, della genitorialità, della crescita, dell’impegno, della vita tutta.

Originale la figura del lupo covante..

Da non perdere!