Chocolat

Pensi mai a mettere le radici in un posto?

BER13 - 20010210 - BERLIN, GERMANY : A undated, recent handout image from the film 'Chocolat' showing actors Johnny Depp (R) and Juliette Binoche. The film, a story of a chocolaterie in a smal French town, is screened and competes during the Berlinale Film Festival, 10 February 2001. The film is directed by Lasse Hallstroem. EPA PHOTO DPA/MIRAMAX INTERNATIONAL/HO

BER13 – 20010210 – BERLIN, GERMANY : A undated, recent handout image from the film ‘Chocolat’ showing actors Johnny Depp (R) and Juliette Binoche. The film, a story of a chocolaterie in a smal French town, is screened and competes during the Berlinale Film Festival, 10 February 2001. The film is directed by Lasse Hallstroem. EPA PHOTO DPA/MIRAMAX INTERNATIONAL/HO

Avevo visto questo film poco dopo la sua uscita, ma rivederlo ora in dolce compagnia ha assunto un altro significato, che non sto qui a spiegare… Ricordavo abbastanza bene la trama, meno i preziosi dettagli…

“Chocolat” è un film del 2000 diretto da Lasse Hallström. Per protagonisti Juliette Binoche e Johnny Depp, è tratto dal romanzo omonimo dell’autrice britannica Joanne Harris, pubblicato nel 1999 (che non ho avuto ancora occasione di leggere). Si è rivelato un buon successo di pubblico: costato 25 milioni di dollari, ne ha incassati ben 150.

Siamo in Francia, nel 1959. Lansquenet-sur-Tannes è un piccolo e idilliaco paesino i cui abitanti vivono all’insegna della tranquillité, ossia il quieto vivere: ognuno conosce il proprio posto nella società, senza distinzioni né eccezioni, e qualsiasi devianza dalla norma è guardata con sospetto e diffidenza. La vita scorre di giorno in giorno immutabile, scandita dalla messa domenicale in cui i sacri valori della tranquillité vengono ribaditi dai sermoni del giovane padre Henri, che tuttavia si limita ad adeguarsi ad un rituale che in realtà non condivide. Sindaco e custode morale di Lansquenet è il rigidissimo conte Paul de Reynaud (Alfred Molina), così ligio al proprio dovere di pastore della comunità da scrivere egli stesso i sermoni di padre Henri.

Un giorno, due straniere arrivano a Lansquenet: la misteriosa pasticcera Vianne (Juliette Binoche) Rocher e sua figlia, la piccola Anouk (Victoire Thivisol), che ha un amico immaginario di nome Pantoufle. Vianne apre in paese una cioccolateria nonostante sia appena iniziato il periodo di Quaresima; ben presto il locale, con i suoi profumi e sapori, assume i connotati di una tentazione sempre più invitante per i repressi paesani, attirando molti clienti, tra cui Armande Voizin (una strepitosa Judith Olivia Dench), anziana e burbera padrona di casa di Vianne, e poi Josephine Muscat  (Lena Olin), moglie del violento e alcolizzato barista Serge Muscat.

Armande e Josephine sembrano essere le uniche due donne insofferenti al rigore ipocrita della tranquillité e cercano come possono di trovare un modo per liberarsi dall’oppressione. Armande è in aperto contrasto con la figlia Caroline (Carrie-Ann Moss), segretaria e fervente sostenitrice di Reynaud, a causa del proprio rifiuto di conformarsi ai dettami della comunità e frequenta costantemente la cioccolateria di Vianne nonostante sia affetta da diabete. Caroline, divisa tra l’imbarazzo e la preoccupazione nei confronti della madre, non permette al proprio figlio Luc di frequentare la nonna ed è iperprotettiva verso di lui al punto di proibirgli addirittura di andare in bicicletta. Josephine, invece, donna trascurata e nevrotica a causa dei maltrattamenti di Serge, sfoga la propria frustrazione con atti di cleptomania, arrivando a rubare persino durante la messa. Sia Armande che Josephine ritroveranno la serenità grazie a Vianne, che aiuterà la prima a conciliarsi con Luc e darà lavoro e rifugio alla seconda quando Josephine troverà finalmente il coraggio di fuggire da Serge.

Reynaud, furibondo per gli stravolgimenti provocati da Vianne, ingaggia una vera e propria crociata contro la donna. Dapprima  cercherà di aizzare i paesani contro Vianne mettendo in giro maldicenze e con una serie di sermoni che un riluttante padre Henri sarà costretto a leggere durante la messa, poi cercherà di riabilitare Serge e salvare il suo matrimonio con Josephine; tutti i tentativi di Reynaud, tuttavia, falliranno a causa della sempre maggior insofferenza dei paesani alla tranquillité e di una Josephine ormai indipendente e libera dal controllo del marito.

Una nuova svolta si presenta quando una comunità di zingari che vive a bordo di chiatte spostandosi lungo la Tannes approda a Lansquenet. La reazione dei paesani è di immediata ostilità e Reynaud coglie l’occasione per riprendere il controllo della comunità proponendo il cosiddetto “Boicottaggio dell’Immoralità”, ossia un’iniziativa per cui tutti i negozianti ed esercenti di Lansquenet rifiutano di servire gli stranieri. Soltanto Vianne si mantiene estranea alla cosa e si avvicina ai gitani; un’intesa immediata e particolare scatta con Roux (Johnny Depp), affascinante zingaro stranamente impermeabile al dono di Vianne di comprendere i gusti delle persone. Vianne, tuttavia, “novella strega” di medievale memoria, si ritrova isolata dalla comunità a causa della sua amicizia con gli zingari, al che Armande, per aiutarla a ritrovare fiducia in se stessa, le propone di organizzarle la festa per il suo settantesimo compleanno. Alla festa partecipano le poche persone rimaste amiche di Vianne, tra cui Roux e Josephine, e soprattutto Luc, che si presenta con un bel ritratto per la nonna realizzato da lui stesso. Armande, però, pagherà caro il prezzo dei bagordi; l’anziana donna, infatti, si spegne durante la notte nella propria poltrona e sarà Luc a ritrovarla la mattina dopo.

Nottetempo qualcuno incendia le chiatte degli zingari, fortunatamente senza causare vittime. Vianne, conscia che il responsabile è un paesano e sentendosi in colpa per la morte di Armande, conclude di non essere riuscita a cambiare le cose nella comunità e decide di lasciare Lansquenet.

Ma attenzione: NON è questa la conclusione del film, che -al contrario- ci veicola un bel messaggio di resilienza e di “sana ribellione”, mettendo in luce l’inutilità di una religione basata UNICAMENTE sulla rinuncia e sul sacrificio, svuotando di senso una fede che identifica il Demonio con i dolci, la musica rock e le altre “tentazioni” che rendono, invece, SOLO DOLCE e più piacevole la nostra vita.  In sintesi, la pellicola ci guida attraverso una riscoperta dei piccoli piaceri della vita, di quei peccati che ci rendono UMANI, senza per questo farci diventare diabolici!

Simpatiche curiosità:

  1. Durante le riprese del film, Juliette Binoche si recò in una cioccolateria a Parigi per imparare a fare cioccolatini;
  2. il film è stato interamente girato, fatta eccezione solamente per la scena sull’acqua, in un paesino francese della Borgogna, Flavigny-sur-Ozerain. Questo paesino in realtà non ha alcuna cioccolateria, bensì una fabbrica che produce confetti all’anice, che non ammette visitatori. Inoltre, una parte delle scene è stata girata in una piccola fattoria a Bruton, nel Somerset, in Gran Bretagna;
  3. per fare ballare Josephine alla festa è stato scelto un autentico ballerino di flamenco;
  4. la scena in cui il conte Paul de Reynaud Alfred Molina si abbuffa di cioccolato nella vetrina, fu girata nel suo ultimo giorno di riprese, per evitare che una indigestione (che comunque non si verificò) potesse far ritardare la lavorazione del film;
  5. Johnny Depp  ha suonato la chitarra in tre brani della colonna sonora del film, Minor Swing, Caravan e They’re Red Hot (i primi due brani del chitarrista jazz manouche Django Reinhardt e l’ultimo del chitarrista blues Robert Johnson);
  6. la scrittrice del romanzo da cui è stato tratto il film si è dichiarata nauseata dal cioccolato (ho imparato che si usa il termine “sottocioc”) a un anno dall’uscita del film poiché durante il tour promozionale non facevano altro che offrirgliene: quando si dice IL PREZZO DELLA FAMA… 😉

Insomma, un gran bel film, da vedere e rivedere!

 

(dati essenziali della trama tratti dalla relativa pagine di wikipedia; immagine e alcuni spunti interpretativi tratti da Chocolat: recensione del film con Juliette Binoche e Johnny Depp – Cinefilos.it)