La mia vita da zucchina

Avevo sentito parlare molto bene di questo film francese del 2016, per la regia di Claude Barras, di cui mi incuriosiva innanzitutto il curiossimo titolo: come dovrebbe essere una vita da zucchina? e in che senso si può essere una zucchina?

La trama non è delle più scontate.

Icare è un bambino svizzero di nove anni che vive con la madre, alcolizzata da quando il marito li ha abbandonati. Un giorno, Icare fa cadere una pila di lattine di birra con cui stava giocando in soffitta, disturbando la madre; la donna prova a salire in soffitta per punirlo fisicamente e Icare le chiude la botola sulla testa, spingendola inavvertitamente giù per le Essendo rimasto solo, Icare (“Zucchina”, come lo soprannominata sia madre) viene portato in un orfanotrofio; si porta con sé solo una lattina di birra e un aquilone con sopra il disegno di un supereroe, ricordi rispettivamente di sua madre e suo padre. In questo posto triste e angosciante inizialmente non riesce ad adattarsi, in quanto viene preso di mira dal bullo di turno, Simon, ma successivamente riesce a farsi valere e a costruire con lui persino una bella amicizia.

Un giorno arriva all’orfanotrofio una bambina nuova di nome Camille, e Zucchina si innamora di lei a prima vista.

Sarà questa, come capita spesso nella vita, la svolta nella vita di Zucchina, che comincia a crescere dentro, a prendere consapevolezza di sé, a crescere in autostima.

Insomma, un bel film, non necessariamente per bambini!

(dati essenziali della trama tratti dalla pagina relativa di Wikipedia)