Green Book

” Non basta il talento, ci vuole il coraggio per cambiare il cuore della gente!”

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“Green Book” è un film del 2018 diretto da Peter Farrelly, vincitore di tre premi Oscar 2019, tra cui quello come miglior film dell’anno.

Il film ha come protagonisti Viggo Mortensen (Frank Vallelonga) e Mahershala Ali (Don Shirley) e racconta l’amicizia tra un buttafuori italoamericano e un pianista afroamericano nell’America negli anni Sessanta. Tutto comincia con un italiano sbruffone e arrogante che perde il lavoro. A casa sua non si preoccupano più di tanto, perché è uno che non sta con le mani in mano, ma sa darsi da fare (“Con tutta la gente che conosce lo troverà senza dubbio!!”). Il problema sta nel tipo di lavori che accetta di fare, spesso al soldo di malavitosi e spessissimo alla ricerca di sfide improbabili… Finché qualcuno non lo fa cercare. È un dottore (lui presume un medico, quindi), che -gli hanno detto- ha bisogno di un autista affidabile. Quando scopre che chi gli offre un lavoro è un uomo di colore, molto benestante e altrettanto arrogante e gelido, gli prende quasi un infarto. Non può accettare, non ce la fa… Lui ha sempre considerato i neri degli “scimmioni”, li ha sempre tenuti alla larga, ha l’abitudine persino di buttare al cestino i bicchieri in cui bevono loro!

Un film meraviglioso come pochi altri che ho visto nella mia vita. Lo avevo sentito celebrare, ma non immaginavo che si trattasse addirittura di un capolavoro…

Scopro dai titoli di cosa che è ispirato alla storia vera di Don Shirley e Tony Lip (pseudonimo di Frank Anthony Vallelonga) attore e padre di uno degli sceneggiatori del film, Nick Vallelonga.

Ma partiamo da una domanda: il significato del titolo. Per quale motivo dovrebbe esistere un Green Book? La risposta è semplicissima: perché  la segregazione è stato anche questo, purtroppo… Segregazione è stato non poter provare un vestito in un negozio (“Non lo può provare, signore. Lei lo compra e se poi ci sono problemi lo facciamo sistemare…). Segregazione è stato non poter circolare oltre una certa ora perché per i neri c’è il coprifuoco. Segregazione è stato non poter pranzare in sala con gli ospiti di una serata per i quali dopo cena si deve suonare. Segregazione è stato questo e anche di più. Questo film ci aiuta a ricordarlo e a non dimenticarlo. Mai.

Il bellissimo messaggio è che solo la musica, alla fine, può salvare. E salvare nel modo giusto. Salvarsi vicendevolmente. Nonostante le differenze, le diversità, le incompatibilità. Due persone che più diverse non si può si compenetrano e si migliorano a vicenda. L’italiano alla fine avrà perso il suo deplorevole e meschino razzismo, il nero avrà imparato ad assaporare meglio la vita, nonostante le amarezze, la rabbia tacitata, il fuoco nascosto sotto la cenere, il dolore, la vita solitaria. E non mi sembra poco!

Bellissimo lo scambio di battute dell’ultimo fotogramma: “Grazie per averlo condiviso con me! “Grazie a Lei, per averlo aiutato con le lettere!”. Meraviglioso!

Da non perdere!!!

(Dati essenziali della trama tratti da wikipedia.org)