La noia oggi

Me taedet. Te taedet. Eum/eam taedet. Nos taedet. Vos taedet. Eos/eas taedet.

annoiarsi

Mi è venuto in mente di pubblicare questo post stamattina, dopo aver intrattenuto una delle mie classi con una lezione online sulla costruzione dei verbi assolutamente impersonali (miseret, paenitet, piget, pudet, taedet: ricordate?). Inutile dire che i miei studenti erano interessatissimi ed entusiasti di ciò che apprendevano dalla mia sfolgorante lezione!

Partiamo, come sempre, dalla definizione del termine NOIA, avvalendoci della preziosissima Treccani:

noia /’nɔja/ s. f. [prob. dal provenz. nojaenoia]. – 1. a. [senso di insoddisfazione che proviene dal sentirsi occupato in una cosa monotona, dall’incapacità di decidere e di agire, ecc.: n. profondamortalesbadigliare per la n.] ≈ (lett.) tedio, uggia. ‖ insoddisfazione, scontentezza. ↔ ‖ contentezza, soddisfazione. ● Espressioni: venire a noia [di cosa o persona, ingenerare fastidio, avversione e sim., con la prep. ail mio lavoro mi è venuto a n.] ≈ annoiare (ø), (fam.) scocciare (ø), stancare (ø), (fam.) stufare (ø), (lett.) tediare (ø), (ant.) venire a gabbo. ↑ disgustare (ø), nauseare (ø). ↔ (lett.) aggradare (ø), appagare (ø), piacere, soddisfare (ø). ↑ appassionare (ø). b. (lett.) [senso doloroso della vanità della vita] ≈ (lett.) tedio (…).

Ora la domanda è: siamo davvero così affogati nella noia? E nel caso fosse così, pensiamo che la noia sia davvero una sentimento così negativo?

Leggiamo cosa ci dice a riguardo il grande Giacomo (Leopardi, per gli amici…):  “La noia è in qualche modo il più sublime dei sentimenti umani. Non che io creda che dall’esame di tale sentimento nascano quelle conseguenze che molti filosofi hanno stimato di raccorne, ma nondimeno il non potere essere soddisfatto da alcuna cosa terrena, né, per dir così, dalla terra intera; considerare l’ampiezza inestimabile dello spazio, il numero e la mole maravigliosa dei mondi, e trovare che tutto è poco e piccino alla capacità dell’animo proprio; immaginarsi il numero dei mondi infinito, e l’universo infinito, e sentire che l’animo e il desiderio nostro sarebbe ancora più grande che sì fatto universo; e sempre accusare le cose d’insufficienza e di nullità, e patire mancamento e voto, e però noia, pare a me il maggior segno di grandezza e di nobiltà, che si vegga della natura umana. Perciò la noia è poco nota agli uomini di nessun momento, e pochissimo o nulla agli altri animali.” (Pensieri, LXVIII).

In estrema sintesi, secondo il poeta recanatese la noia è un sentimento sublime, una prova tangibile della grandezza dello spirito umano e della sua sete di infinito, l’elemento che lo distingue dagli altri esseri animati, vivi come l’uomo, ma non pari all’uomo.

E non possiamo non concordare con lui! Perché è proprio nei momenti di”noia” che il nostro pensiero viaggia verso l’infinito, si immagina in altri luoghi e altri tempi, si costruisce dei contesti “altri” da quello in cui viviamo! Invece ai nostri giorni la noia è stata bandita: come se si trattasse di uno strumento del demonio, ci è stata tolta la possibilità di pensare e basta. Dobbiamo sempre fare ANCHE qualcos’altro. Non possiamo solo pensare. Per questo prendiamo in mano lo smartphone senza dover fare nulla di concreto, controlliamo il vuoto assoluto di chat già viste e di profili social già visitati, guardiamo la televisione o un video senza osservarlo con attenzione, ma lasciando semplicemente scorrere le immagini. Questo comporta che non abbiamo mai tempo VERO per NOI.

Quindi, in questo periodo in cui di tempo ne abbiamo tempo, NON diciamo semplicemente che ci stiamo annoiando! Usiamo questo tempo “vacuus“, cioè vuoto di impegni, per “annoiarci” un po’ con noi stessi. Vi giuro che è bellissimo. E proficuo!!!

 Meditiamo, gente, meditiamo! 😉