Il malato immaginario

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Il malato immaginario è una Comédie-ballet  in tre atti, del drammaturgo francese Molière.

Da ricordare che nel XVII, in Francia, il termine “immaginario” significava pazzo. Tutti e tre gli atti sono seguiti da altrettanti intermezzi.
La pièce venne rappresentata per la prima volta al Palais-Royal il 10 febbraio 1673.

Si tratta quasi di una biografia del drammaturgo. Intesa dal suo autore come una farsa, è inframmezzata da intermezzi musicali e balletti giustapposti alla commedia, inseriti all’unico scopo di compiacere i gusti di Luigi XIV, lasciando però intatta la struttura dell’opera.

Scritta nell’ultimo anno di vita di Molière, la commedia è intrisa di realismo. Lo stesso protagonista, che si presenta come un classico personaggio farsesco, pronuncia a tratti affermazioni lucide e ragionevoli, mostrando un cinismo e una disillusione che tradiscono le amare riflessioni dello stesso autore, il quale approfitta delle occasioni comiche offerte dalla trama per introdurre in modo inaspettato un’aspra denuncia della società a lui contemporanea.

Il 17 febbraio del 1673 Molière, che interpretava Argante, portò a termine la rappresentazione di questa commedia nonostante il suo grave stato di salute, morendo infine poche ore dopo. Prima di morire aveva recitato a fatica, coprendosi la tosse – si dice – con una risata forzata. Da questa circostanza pare sia nata la superstizione di non indossare il giallo in scena, in quanto Molière indossava un abito proprio dello stesso colore.

La commedia si apre con Argante, ipocondriaco che pondera il prezzo delle ricette e dei medicinali a lui prescritti dal Dottor Olezzo e dal Dottor Purgone. L’uomo vuole dare in sposa la sua bella figliola Angelica a Tommaso Diafoirus, figlio del signor Diafoirus, noto medico della cittadina che potrebbe prendersi cura così anche della sua malattia. Ma Angelica si sarebbe invaghita del giovane Cleante e rifiuta la proposta del padre, che minaccia di mandarla in convento. Ad approfittare delle situazione c’è poi la perfida moglie Belinda, che vorrebbe impossessarsi di tutte le ricchezze possedute da Argante e lo asseconda continuamente.

Si susseguono scene dotate di una vis comica altissima, sino ad un finale inatteso!

Argante, pensando di essere gravemente malato, decide di stendere un testamento in presenza del notaio, il Signor Buonafede. Belinda spera di diventare ereditiera al più presto; intanto Angelica chiede alla fidata Tonina (la governante) di informare il suo amato Cleante della terribile decisione del padre. Tonina decide di affidare tale incarico di messo al suo fidanzato Pulcinella, l’usuraio. Il primo intermezzo vede come protagonista Pulcinella, che è disperato perché sa che il suo grande amore per Tonina non è corrisposto. Il secondo atto si apre con l’arrivo del supplente del maestro di musica della figlia, interpretato dall’innamorato Cleante, ma proprio in quel preciso istante arrivano anche il futuro sposo Tommaso Diafoirus e il padre.

Numerose le sue rappresentazioni e i suoi rifacimenti nel tempo. Celeberrimo (e geniale) il film “Il malato immaginario” (tratto dalla commedia di Molière) del 1979, di Tonino Cervi, con Alberto Sordi nel ruolo di Don Argante e Laura Antonelli nel ruolo di Tonina. Esilarante, all’ennesima potenza!

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(dati biografici tratti da Wikipedia, l’enciclopedia libera).

Commedia dal sapore sempre attuale!

Latineloqui69