La sposa cadavere

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“Sono stata così a lungo nelle tenebre che ho quasi dimenticato quanto fosse bello il chiaro di luna”.

La sposa cadavere (Corpse Bride) è un film d’animazione del 2005 diretto da Mike Johnson e Tim Burton e distribuito dalla Warner Bros.

La pellicola è liberamente ispirata alla versione ebraico-russa del XIX secolo di una più antica storia folkloristica ebraica, trasposta in una immaginaria epoca simile all’era vittoriana.

Per il regista Burton è il secondo lungometraggio realizzato con la tecnica dell’animazione stop motion, dopo il precedente Nightmare Before Christmas. 

La trama è originale e non scontata. Siamo in un villaggio olandese del XIX secolo, dove il giovane Victor Van Dort sta per prendere in moglie la sua fidanzata Victoria Everglot. Il loro è un matrimonio combinato, nato dall’esigenza della famiglia Everglot (nobili di antica stirpe ormai in decadenza) di evitare la rovina economica grazie all’unione con la famiglia Van Dort (facoltosi mercanti di pesce, membri dell’alta borghesia e bramosi di elevare la propria condizione sociale). L’incontro tra le due famiglie permette ai due giovani promessi sposi di conoscersi e, contrariamente a ogni aspettativa, i due si piacciono al punto da innamorarsi l’uno dell’altra. Le prove del matrimonio hanno così inizio, ma Victor si mostra così nervoso e impacciato da sbagliare ogni gesto e parola del giuramento, arrivando persino a bruciare il vestito dell’austera signora Everglot. Le prove vengono sospese e il matrimonio viene rimandato fino a quando Victor non avrà imparato perfettamente i voti nuziali.

Costernato per l’accaduto, ma ora più che mai deciso a sposare la giovane nobile, Victor si ritrova a girovagare senza meta nella foresta, cercando di imparare il giuramento. Preso da un’improvvisa ispirazione, pronuncia senza esitazione la promessa matrimoniale e suggella il voto infilando l’anello a quello che sembra un ramo contorto, ma che in realtà si rivela essere lo scheletro di una mano. La terra trema ed emerge il cadavere di una giovane donna vestita da sposa. Atterrito, Victor scappa, ma viene inseguito dalla defunta fino a essere raggiunto e portato nel mondo dei morti.

La sposa cadavere si innamora di lui e pretende di sposarlo. E tanto dice e tanto fa da riuscirci. Quasi. Perché alla fine prevale in lei l’altruismo (“Ho rubato il sogno di qualcun altro..”), quel sentimento che solo una donna innamorata può provare, quando si rende conto che non può sacrificare la vita di lui in nome del proprio “folle” amore per lui, per di più a senso unico…

Il finale è toccante. Un happy ending abbastanza atteso, ma per niente scontato.

E nelle scene finali c’è posto persino per la famosa battuta di Rett Butler di “Via col vento” (“Francamente me ne infischio”), accompagnato dal bellissimo motivo che tutti noi da decenni -potere della televisione… – ormai automaticamente associamo al noto programma di Bruno Vespa, “Porta a porta”…).

Insomma, un film da non perdere!

(dati essenziali della trama tratti dalla pagina di Wikipedia)