The neverending story

“Basta fantasticare! E affronta la realtà!”

Bastian e Falkor nella scena più famosa del film

Bastian e Falkor nella scena più famosa del film

“La storia infinita” (The NeverEnding Story) è un film del 1984 diretto da Wolfgang Petersen.

Il soggetto è tratto dall’omonimo romanzo di Michael Ende, rispetto al quale vi sono comunque numerose differenze. È interpretato, tra gli altri, da Noah Hathaway, Barret Oliver e Tami Stronach alla sua prima apparizione cinematografica. Il suo budget di 25 milioni di dollari ne fece il più costoso film di produzione tedesca.[1] La pellicola fu un successo.

Il film ha avuto due seguiti, La storia infinita 2 (1990) e La storia infinita 3 (1994).

Il protagonista, Bastian, è un ragazzino amante dei racconti d’avventura, timido, riservato e sognatore. Un giorno, mentre va a scuola, s’imbatte in tre bulli e inizia a scappare, rifugiandosi in una bottega. Si ritrova in una libreria, dove è accolto bruscamente dall’anziano padrone del negozio, il signor Koreander, che è intento a leggere uno strano volume intitolato La storia infinita. I due fanno presto amicizia e l’attenzione che Koreander dedica al grande libro suscita molta curiosità in Bastian. Quando il bambino gli chiede informazioni, però, Koreander gli dice che quello non è un racconto come tutti gli altri e cerca di convincerlo a lasciar perdere. Approfittando di un attimo di distrazione, Bastian ruba il libro e scappa via. Il proprietario lo guarda allontanarsi sorridendo divertito.

Bastian arriva a scuola, in ritardo, e scopre che i suoi compagni sono già impegnati con un compito in classe. Decide allora di nascondersi nella soffitta della scuola, dove inizia a leggere avidamente il libro (“Era mezzanotte nella foresta ululante…”). 

La storia è ambientata nel regno di Fantàsia, che è minacciato dal Nulla, un’oscura entità che ne sta distruggendo le terre. L’unica speranza di salvezza è riposta nell’Infanta Imperatrice, sovrana del regno, che vive nella Torre d’Avorio dove i sudditi, tra cui Mordiroccia, un enorme masso che si ciba di rocce, e i suoi nuovi amici, due bizzarri maghetti, si recano disperati. Ma qui la popolazione riceve una brutta notizia: l’Imperatrice è terribilmente malata e solo un eroe può salvarla da morte certa. A farsi avanti è il giovane e affascinante Atreyu, a cui dopo l’iniziale scetticismo viene affidato il simbolo dell’Imperatrice, l’Auryn.

A VOI SCOPRIRE IL SEGUITO, se non lo conoscete ancora…

Non ci crederete, ma alla mia età NON avevo MAI visto questo film cult del fantasy- di cui conoscevo bene solo la fantastica colonna sonora- , perché notoriamente non sono una grande amante del genere. Qualche giorno fa, invece, dopo aver sentito che se ne parlava in una nota stazione radio, mi è venuta voglia di conoscerlo e di colmare la lacuna…

Devo dire che NON ne sono rimasta affascinata, ma non posso negare l’originalità della trama e il fascino delle ambientazioni… Anche perché… mi ricorda la mia adolescenza!

(dati tratti dalla relativa pagina di wikipedia)