In arte Nino

“Ho rotto uno sgabello, mica un vaso etrusco!”

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“In arte Nino” è un film per la televisione realizzato da Rai Fiction; diretto da Luca Manfredi, figlio di Nino ed Erminia, è stato presentato durante la decima edizione del Roma Fiction Fest.

Il film, grazie alla bravura di Elio Germano, Stefano Fresi, Miriam Leone, Duccio Camerini, Anna Ferruzzo (ma anche Leo Gullotta, Giorgio Tirabassi, Massimo Wertmuller, Paola Minaccioni e Roberto Citran), ripercorre la vita di Saturnino Manfredi dal 1943, quando, sopravvissuto all’esperienza del sanatorio – dove era stato ricoverato tre anni per una grave forma di turbercolosi – intraprende gli studi all’Accademia d’arte drammatica, fino alla soglia del successo con la partecipazione a Canzonissima 1959: dalle radici ciociare di cui era orgogliosissimo (“Fondi? Ma è Ciociaria! Io Castro dei Volsci!”) agli anni difficili della guerra a Roma, che rischiano di travolgerne correttezza ed onestà, agli studi di legge imposti dal padre Romeo (“Non sarò il figlio che volevi, ma la laurea l’ho presa!”), agli esordi avventurosi da attore (“Che dici! Lo potrei fa’ l’attore?”)  insieme all’amico Tino Buazzelli, fino all’incontro folgorante con la bellissima Erminia e, finalmente, al grande successo (“È la Rai. Vogliono parlare con te”; “E come diceva mì nonno… Fusse che fusse la vòrta bòna?“). Come mai avrebbe immaginato!

Realizzato nel 2016, è stato trasmesso in prima visione su Rai 1 il 25 settembre 2017. Io l’ho visto solo qualche giorno fa, in occasione della giornata in cui si celebrava l’anniversario della sua nascita…

Chi mi conosce bene sa che ho sempre amato questo attore, che ha militato silenziosamente accanto ad altri “mostri” della commedia all’italiana come Gassmann, Sordi e Tognazzi, simbolo di una comicità innata, spontanea, fatta di gestualità e di parlato, di originalità dovuta anche a quell’inflessione dialettale di cui non si è mai vergognato, anzi… Chi lo conosceva bene racconta che amava tornare ogni tanto nella sua Castro dei Vosci, specialmente in occasione di quelle saghe di paese che gli erano rimaste dentro… Anche in questo, era rimasto umile. E orgogliosamente Ciociaro!

Questo film per la TV, a mio avviso, lo rappresenta benissimo, forse grazie alla bravura istrionica del “solito” Elio Germano!

(dati essenziali della trama tratti da wikipedia.org)