7 ore per farti innamorare 

 

7 ore

L’attrazione è una questione esclusivamente biologica?

7 ore per farti innamorare è un film del 2020 scritto e diretto da Giampaolo Morelli (al suo esordio come regista) e basato sull’omonimo romanzo scritto dallo stesso Morelli, che ne interpreta in modo molto efficace il ruolo di protagonista.

La trama ci presenta uno spaccato di vita di tutti i giorni, quindi potrebbe anche apparire abbastanza scontata. Giulio (Giampaolo Morelli) è un affermato giornalista di economia in procinto di sposarsi con la fidanzata Giorgia (Diana Del Bufalo). Tuttavia, poco prima del matrimonio, Giulio scopre che Giorgia lo tradisce con Alfonso, il suo capo, cosa che lo porta a decidere di licenziarsi. Dopo essere stato rifiutato da diversi datori di lavoro perché ritenuto “troppo qualificato”, Giulio riesce a farsi assumere dal direttore di Macho Man, una rivista maschile online per la quale dovrà occuparsi di alcune rubriche, tra le quali una dedicata alla seduzione; decide quindi di rivolgersi a Valeria (Serena Rossi), affascinante esperta in questo campo, che insegna agli uomini come conquistare una donna in sole sette ore, convinta che l’attrazione sia una questione esclusivamente biologica.

L’articolo ha molto successo, quindi Giulio continua a frequentare il corso di Valeria anche perché vuole tentare di riconquistare Giorgia. Giulio cambia le proprie abitudini, pur mantenendo una certa purezza nei sentimenti, cosa che intenerisce Valeria la quale, per aiutarlo a liberarsi dell’insicurezza, decide di farlo rincontrare con la sua cotta del liceo, Lina, la prima che l’ha fatto soffrire. In seguito, Giulio riceve una telefonata da Giorgia, che vorrebbe riprendere la loro relazione; all’incontro, però, Giulio rifiuta le sue avances perché ha compreso che sono troppo diversi e che il suo cuore è già occupato da Valeria.

Originariamente il film avrebbe dovuto essere proiettato nei cinema dal 26 marzo 2020 ma, a causa della pandemia di COVID-19, è stato distribuito on demand dal 20 aprile. Quindi, come ci capita da febbraio a questa parte, è un prodotto fruibile direttamente da casa, comodamente sprofondati sul proprio divano.

Morelli e Rossi ci ispirano tenerezza, ci fanno ridere, ci fanno riflettere: ci rispecchiamo in loro, con le nostre paturnie, le nostre sconfitte e le nostre aspirazioni; ci rivediamo in loro, quando sentiamo e vediamo come cadono (a tutti gli inciampi che la vita ci pone davanti) e come si rialzano, più forti e più determinati di prima.

E poi c’è la società dei nostri giorni, con tutti i suoi problemi, in primis quello lavorativo: Morelli non trova subito lavoro perché “troppo qualificato”: non è, dunque, uno che “vive a caso”, uno che non ha investito sulla propria formazione, non è un non specializzato, che può mettere a disposizione del mondo lavorativo solo la propria manodopera: è una persona che ha investito su se stesso, formandosi e specializzandosi. Eppure, paradossalmente (e pirandellianamente, direi), proprio per questo il mondo del lavoro lo respinge: non ha necessariamente bisogno di uno come lui… Sono altre le richieste, i trend, i must: ce lo insegna molto bene il personaggio rappresentato dal bravissimo Vincenzo Salemme, un perfetto imprenditore doc dei nostri giorni, leggero, senza scrupoli, attento ai like del web e alle mode passeggere, una sorta di guru della vita virtuale.

Da qui il sapore agrodolce del film di Morelli, che non vuole essere solo un’oretta e mezza di relax e di svago, come capita in genere per le fortunate serie televisive di cui il giovane attore è felicemente protagonista. Al contrario, un’opera dal forte messaggio sociale…In conclusione, quindi, non solo una bella commedia…

(Dati e linee essenziali della trama tratti da wikipedia.org)