Scuola vs Covid-19_Terza puntata

didattica_a_distanza

 

Cominciamo col dire che nonostante siano passate settimane dallo stop della didattica tradizionale, quella in presenza, le condizioni di lavoro di noi professori continuano ad essere quelle di questo bellissimo disegno che ho trovato su Facebook, il cui autore ringrazio qui pubblicamente.

Però proseguiamo. Avanti tutta e barra sempre ferma!

Ogni settimana vediamo i nostri studenti un pochino più spesso della settimana precedente. Ogni giorno troviamo il modo di cercare di esserci tutti. Ovviamente non ci riusciamo al 100%, perché c’è sempre qualcuno che manca, qualcuno che non può collegarsi, qualcuno che non ci riesce, qualcuno che non ha strumenti informatici a disposizione perché magari servono al fratello o alla sorella studenti come lui, alla madre o al papà lavoratori. E ovviamente NON possiamo dimenticare neanche uno di quelli che non possono essere con noi. Dovremmo cercare di fare in modo che nessuno resti fuori dai nostri incontri! Una volta tanto dovremmo provare a non “fare le nozze con i fichi secchi”. E purtroppo in Italia non ci riusciamo quasi MAI… Sicuramente MAI quando si parla di istruzione e di sanità, purtroppo. Salvo poi trovarci dall’oggi al domani nel bel mezzo di una pandemia paurora e scoprire che gli insegnanti, i medici e gli infermieri sono alcune delle categorie lavorative imprescindibili, quelle che con il loro operato si oppongono alla devastazione che il virus opera in questo caso nelle società colpite.

Quindi non ci fermiamo. Quindi continuiamo a lavorare.

Perché continua ad essere bello vederli e sentirli: anche in pigiama, anche scapigliati, anche assonnati, anche a telecamera spenta, ma presenti con le loro battute inimitabili. È bello sentire come si sono organizzati per il loro compleanno, se cade in questi giorni. È bello sentire che ti fanno domande pertinenti su ciò che hai assegnato loro da fare. È bello sentire che ci sono. È bello esserci per loro.