A proposito di libri…

 


Johannes_Bessarion_

I libri sono pieni delle parole dei saggi, degli esempi degli antichi, dei costumi delle leggi, della religione. Vivono, discorrono, parlano con noi, ci insegnano, ci ammaestrano, ci consolano, ci fanno presenti ponendole sotto gli occhi cose remotissime dalla nostra memoria. Tanto grande è la loro dignità, la loro maestà, e infine la loro santità, che se non ci fossero i libri, noi saremmo tutti rozzi e ignoranti, senza alcun ricordo del passato, senza alcun esempio; non avremmo conoscenza alcuna delle cose umane e divine; la stessa urna che accoglie i corpi cancellerebbe anche la memoria degli uomini.
(Dalla lettera inviata dal Cardinal Bessarione al doge Cristoforo Moro il 31 maggio 1468)

 

Cominciamo da una necessaria precisazione: Bessarione (in greco Βησσαρίων; Trebisonda, 2 gennaio 1403 – Ravenna, 18 novembre 1472) fu un famoso cardinale, umanista e filosofo bizantino, che possedeva una ricchissima biblioteca personale.

Era il lontano 1468 quando questo grande umanista, in procinto di offrire la sua ricca biblioteca in dono alla Serenissima,  scriveva queste parole in una sua lettera “di accompagnamento” indirizzata al doge Cristoforo Moro.

Eppure quanto sono attuali queste parole! Come perdono di solennità e di albagia, per acquistare il suono dolce e melodioso del “Memento!”.
Parlano ai nostri cuori, alle nostre menti, alle nostre persone. Ci invitano a sfogliare pagine, leggere libri, sottolineare affermazioni, metabolizzare concetti, tesaurizzare conoscenze. Per riutilizzarle poi tutte al momento opportuno.

Un noto personaggio dei nostri giorni (anche discutibile, se vogliamo…), il grande studioso e critico d’arte Antonio Sgarbi, è solito offendere le persone di cui scopre la tremenda ignoranza con un: “Capra, studia!”.  Possiamo dissentire dai modi del VIP suddetto, ma non dal senso delle sue parole, che in modo più elegante potremmo parafrasare con un: “Non farti fregare! Studia!”.

E facciamo nostro- anche mandandolo a memoria, perché no?- la bellissima chiusa del passo di Bessarione, che ci riporta ai Sepolcri foscoliani, liberamente riveduti e corretti:  “se non ci fossero i libri (…) la stessa urna che accoglie i corpi cancellerebbe anche la memoria degli uomini”, dice il cardinale umanista, che proprio per questo possedeva una ricca e invidiabile (almeno per me…) biblioteca personale di ben 746 volumi (482 greci e 264 latini) e non voleva che andassero perduti.

Il suo deve essere un esempio eterno, un monito imperituro ad amare i libri e la preziosità del loro contenuto, cibo necessario e insostituibile per la mente.

 
latineloqui69