Toy Story 4

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E siamo arrivati alla quarta puntata. Chi lo avrebbe mai detto, all’uscita del primo Toy Story, nel lontano 1995?

Leggo una presentazione sull’immancabile Wikipedia:

“Il mondo dei giocattoli (Toy Story) è un film d’animazione statunitense, il primo completamente sviluppato in computer grafica, diretto da John Lasseter, realizzato dalla Pixar e distribuito dalla Walt Disney Pictures nel 1995. Nel 2005 è stato scelto per la conservazione nel National Film Registry della Biblioteca del Congresso degli Stati Uniti. Il New York Times l’ha inserito nella sua lista dei 1000 migliori film di sempre. E nel 2007 l’American Film Institute l’ha inserito al novantanovesimo posto della classifica dei cento migliori film statunitensi di tutti i tempi”.

Quindi i presupposti per un sequel c’erano tutti, ma un sequel del sequel del sequel del sequel era inimmaginabile per i più! E non crediate che questa “quarta  saga” scorra lenta o annoi con le “solite” scene di animazione che abbiamo imparato ad amare 24 anni fa! Tutt’altro! Si tocca con mano, semmai, la mancanza dello storico doppiatore italiano dello sceriffo Woody, il bravissimo Fabrizio Frizzi, venuto a mancare prematuramente pochissimo tempo fa. Questo sì, è innegabile (nonostante l’innegabile bravura del nuovo doppiatore), perché Woody ERA Fabrizio!

Ma tutto il resto torna!

Si parte con un apparentemente inspiegabile flashback (di cui capirete il significato narratologico a quasi 3/4 del film) e poi si prosegue con una storia mozzafiato, talvolta con il sapore dell’horror (quello per bambini, intendiamoci…) e si ride a squarciagola per tutta la durata della proiezione. Stavolta il co-protagonista dei “soliti noti” Woody e Buzz è… una forchetta di plastica, di quelle usa e getta, bianche, delle più comuni e meno costose, ovviamente usata! Proprio una forchetta, non avete capito male.

Si chiama, ovviamente, Forky e non sa di essere un giocattolo. Quando glielo spiegano non riesce neanche ad accettarlo tanto facilmente, lui che si considera “spazzatura” e alla sua spazzatura, il suo unico humus, vuole tornare ad ogni piè sospinto, per la disperazione di Woody! Non capisce il concetto di amicizia né quello di giocattolo preferito di Bonnie (la bellissima e paffutella bambina di Toy Story 3, ricordate?), non può metabolizzare certi concetti così alti per lui! Eppure alla fine capirà, dopo aver combattuto strenuamente in nome di qualcosa di alto e nobilitante: l’altruismo. Per un happy ending dal magone in gola…

Ancora una volta, dunque, un messaggio etico importante da parte della Pixar, destinato a bambini e non solo…

Una curiosità: non immaginate una sala di cinema piena SOLO di bambini in età prescolare o scolare o dai relativi genitori più o meno accondiscendenti! Ho visto con piacere vari adolescenti e addirittura coppie di innamorati, evidentemente cresciuti a “pane e Toy Story”, che non potevano perdersi questo tassello della loro costruzione personale!

Perché NON si smette MAI di essere bambini se non quando lo si decide!

Da non perdere!

Riempite le sale di ogni dove! 🙂

p.s. Grazie a chi me ne ha proposto la visione! 😉