Il nazista e la bambina

nazista e bambinaAppena finito di leggere. Fantastico. Emozionante. Catartico. Al pari di pochi altri del genere.

IL NAZISTA E LA BAMBINA è UNA STORIA VERA, UN RACCONTO BREVE MA INTENSO.

LILIANA MANFREDI, ormai anziana, ricorda l’episodio che ha determinato la sua vita in senso concreto e metaforico. è stata- per motivi fortuiti-  l’unica sopravvissuta ad una strage nazista avvenuta alla Bettola, sulle colline di Reggio Emilia nel giugno del 1944. Aveva solo undici anni quella terribile notte, quando – per ritorsione-  vennero uccisi trentacinque civili innocenti, colpevoli solo di trovarsi nel posto sbagliato al momento sbagliato. Anche lei fu fucilata insieme alla mamma e ai nonni, ma nonostante tre buchi di pallottole nel corpo, rimase solo ferita e riuscì ad arrivare in qualche modo fino al torrente Crostolo, dove fu scoperta da un nazista (addetto al giro di ricognizione post-strage) che incredibilmente invece di darle il colpo di grazia la portò di peso sulla strada principale, rischiando la corte marziale per questo suo gesto umanitario.

Tutto il resto della sua vita consiste in questo: ricordare quell’episodio tragico, metabolizzare la fortuna di essere in vita, chiedersi il motivo di tale sorte, sperare di avere la fortuna di ritrovare notizie sul suo benefattore, chiedergli (anche solo attraverso le pagine di un libro, vista ormai la distanza temporale…) il motivo di quel gesto d’amore, così avulso dal contesto, fatto di strage, morte, esecuzioni sommarie, odio. In una parola, guerra. La guerra con tutte le sue assurdità: uomini e donne che vanno a morire senza neanche cercare di ribellarsi, ragazzi che crescono troppo in fretta, mamme che cercano una goccia di umanità in un oceano di odio bellico, neonati letteralmente lanciati nel fuoco, vivi. Questa la descrizione più lancinante del libro, la scena che difficilmente dimenticherò…

Ricordiamo, gente, ricordiamo…

 

latineloqui69