A Massimo Troisi
“Non so che teneva dint’a capa,
intelligente, generoso, scaltro,”
“per lui non vale il detto che è del Papa,
morto un Troisi non se ne fa un altro.
Morto Troisi muore la segreta
arte di quella dolce tarantella,
ciò che Moravia diceva del Poeta
io lo ridico per un Pulcinella.
La gioia di bagnarsi in quel diluvio
di jamm, o’ saccio, ‘naggia, oilloc, azz!
Era come parlare col Vesuvio, era come ascoltare del buon Jazz.
“Non si capisce”, urlavano sicuri,
“questo Troisi se ne resti al Sud!”
Adesso lo capiscono i canguri,
gli Indiani e i miliardari di Hollywood!
Con lui ho capito tutta la bellezza
di Napoli, la gente, il suo destino,
e non m’ha mai parlato della pizza,
e non m’ha mai suonato il mandolino.”
“O Massimino io ti tengo in serbo
fra ciò che il mondo dona di più caro,
ha fatto più miracoli il tuo verbo
di quello dell’amato San Gennaro”.
Roberto Benigni
Che altro aggiungere a questa poesia- omaggio del suo amico e collega, insuperabile co-protagonista dello spettacolare “Non ci resta che piangere”?
Niente, non serve proprio nient’altro! Lo rappresenta alla perfezione, come un quadro, come un ritratto, come un disegno a matita di un bravo ritrattista…
Nient’altro, se non legarla ad una delle più belle canzoni mai sentite in uno dei più bei film mai rappresentati sulla scena italiana: “Pensavo fosse amore, invece era un calesse”.
Un duo irripetibile: Troisi e Daniele.
Dove sono i tuoi occhi e la tua bocca
Forse in Africa che importa
Dove sono le tue mani ed il tuo naso
Verso un giorno disperato
Ed io ho sete
Ho sete ancora, ho sete ancora
Non guardarmi adesso amore
Sono stanco
Perché penso al futuro
Tu dimmi quando, quando
Siamo angeli che cercano un sorriso
Non nascondere il tuo viso
Perché ho sete, ho sete ancora, ho sete ancora
Tutto il giorno per vederti andar via
Fra i ricordi e questa strana pazzia
E il paradiso, che forse esiste
Chi vuole un figlio non insiste
Oh no, oh no
Ho bisogno di te almeno un’ora
Per dirti che ti amo ancora
Lo sai che non ti avrò e sul tuo viso
Sta per nascere un sorriso
Ed io ho sete, ho sete ancora, ho sete ancora
Tutto il giorno per vederti andare via, uh
Fra i ricordi e questa strana pazzia
E il paradiso, che forse esiste
Chi vuole un figlio non insiste
Oh no, no, no
Sta per nascere un sorriso
Io ho sete, ho sete ancora, ho sete ancora
Tu dimmi quando, quando, mmh…
Da ascoltare, assolutamente! In cd, sul web, su vinile, come vi pare, ma da ascoltare!!!
latineloqui69
Uno di quei post che servono a non dimenticare MAI chi è passato sulla Terra per lasciare traccia del bello artistico…