Dialogo di un venditore di almanacchi e di un passeggere

“Forse  quando Giacomo Leopardi scrisse, nel 1832, il suo Dialogo di un venditore di almanacchi e di un passeggere, non avrebbe immaginato che la breve operetta, quasi due secoli dopo, sarebbe rimbalzata sui social, condivisa da pagine istituzionali ma anche da tanti singoli utenti, come commiato all’anno vecchio e saluto a quello nuovo”  (www.treccani.it).

Ed è verissimo, perché ” quella vita ch’è una cosa bella, non è la vita che si conosce, ma quella che non si conosce; non la vita passata, ma la futura” (passim).  E perché ognuno di noi è -ad ogni passaggio d’anno- di volta in volta il venditore o il passeggere, a seconda del mood del momento.  Io, oggi, mi sento tanto il venditore, ma mi ricordo di essere stata illo tempore un passeggere ipercritico e borbottone….

In ogni caso, onore al genio! Eterno come poche altre cose nell’universo: lo avevano ben capito già i nostri cari classici, se già il grande Orazio ci lasciò a suo tempo quel bellissimo messaggio diventato un  prezioso aforisma: “Exegi monumentum aere perennius”.

latineloqui69