Il mondo deve sapere

mondo

Tutto comincia da un’esperienza personale, una vicenda di vita vissuta, una delle tante di una persona qualunque: Michela Murgia nel 2006 viene assunta in un call- center (uno dei tanti, come lascia intendere lei…) e finalmente si sente una lavoratrice. Salvo poi toccare con mano la realtà quotidiana di certi ambienti lavorativi. Come quello, ad esempio, dove “il lavoro è organizzato come in un gulag svizzero: dodici ore filate, divisi in tre turni di quattro ore , con  una media di cento telefonate in quattro ore”: più chiaro di così… 🙁

Problematica la “classificazione letteraria” dell’opera, al cui proposito si esprime l’autrice stessa, che nella preziosa Postfazione afferma: “avere scritto la storia di Camilla resta un atto necessario per infrangere l’afonia propra dei drammi negati, quelli sui quali chi potrebbe farlo non teorizza …” e poi: “se dovessero chiedermi oggi qual è il genere letterario a cui avvicino Il mondo deve sapere, saprei rispondere con certezza che no, non è il romanzo. E’ l’esorcismo”.  Lecito sarcasmo a parte, l’opera – che mantiene nella sua struttura tratti evidenti dell’antica “natura” del testo, nato come vero e proprio blog,- è sicuramente un romanzo fantastico, da cui -non a caso- è stato tratto un bellissimo film: Tutta la vita davanti. Ne raccomando la visione, a completamento del libro della Murgia!

latineloqui69