Il maestro di Vigevano

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Il maestro di Vigevano è un romanzo di Lucio Mastronardi pubblicato da Einaudi nel 1962 per iniziativa di Italo Calvino. Con Il calzolaio di Vigevano e il successivo Il meridionale di Vigevano fa parte della trilogia poi ripubblicata nel 1977 per Rizzoli con il titolo Gente di Vigevano.

Al centro della vicenda le difficoltà economiche e le frustrazioni di un maestro, Antonio Mombelli, nella provincia lombarda degli anni del boom economico. Il maestro di Vigevano riesce a tirare fino a fine mese grazie alle lezioni private, ma la moglie lo spinge a lasciare il lavoro per investire il denaro della liquidazione per mettere su una fabbrichetta di scarpe. Per soddisfare le ambizioni della moglie, dunque, il maestro accetta, anche se controvoglia, finisce per tradire la sua “missione” e si trasforma innaturalmente in un “padroncino”. Quella scelta, infatti, non può essere la sua vita. Tale sarà lo sconvolgimento subito che egli andrà incontro a una serie di eventi negativi: dal tradimento della moglie, alla delazione alla polizia tributaria, da parte di un ex collega di scuola, delle irregolarità fiscali della sua azienda. Infine, la moglie morirà, ma dopo avergli confessato che Rino è figlio di un altro. Quest’ultima rivelazione darà il colpo di grazia al personaggio che sul ragazzo aveva risposto tutte le proprie speranze di emancipazione culturale e sociale attraverso l’impegno e lo studio. Rino, infatti, finirà in riformatorio. Il maestro Mombelli, invece, rimasto completamente solo, ritroverà, tuttavia, la forza per risollevarsi e tornare all’insegnamento, recuperando il posto che gli è congeniale.

 

Il maestro di Vigevano è anche un film del 1963 diretto da Elio Petri, con Il maestro Antonio Mombelli interpretato da un bravissimo Alberto Sordi.

« Del romanzo di Mastronardi sto portando sullo schermo non tanto l’ambiente scolastico (che mi pare un elemento complementare della stesura del racconto) quanto il clima greve del miracolo economico sostituito talvolta (…) da uno sfrenato e avventuroso affarismo e da incerte situazioni economiche. »
(Elio Petri, 1963)

Uno dei POCHISSIMI casi in cui la trasposizione sullo schermo supera il testo originale.  Ma forse ciò è dovuto alla magistrale interpretazione del grande Albertone nazionale!

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(Liberamente tratto da Wikipedia, l’enciclopedia libera).

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