La coscienza di Zeno

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La coscienza di Zeno è un romanzo di Italo Svevo, pubblicato nel 1923 a Bologna.

Nella prefazione del libro il sedicente psicoanalista Dottor S. dichiara di voler pubblicare “per vendetta” alcune memorie, redatte in forma autobiografica di un suo paziente, Zeno Cosini, che si è sottratto alla cura. Gli appunti dell’ex-paziente costituiscono il contenuto del libro.

Il romanzo non è altro che l’analisi della psicologia di Zeno, un individuo che si sente “malato” o “inetto” ed è continuamente in cerca di una guarigione dal suo malessere attraverso molteplici tentativi a volte assurdi o che portano a effetti controproducenti.

Il romanzo si presenta come se fosse la confessione di Zeno Cosini. La narrazione, svolta in prima persona, non segue un ordine cronologico, ma si articola focalizzandosi su alcuni snodi. L’ordine degli eventi è basato dunque sui rapporti analogici tra gli episodi ricordati.

Zeno Cosini, il protagonista dell’opera, proviene da una famiglia ricca, vive nell’ozio ed in un rapporto conflittuale con il padre, che si rifletterà su tutta la sua vita. Nell’amore, nei rapporti coi familiari e gli amici, nel lavoro, egli prova un costante senso di inadeguatezza e di “inettitudine”, che interpreta come sintomi di una malattia. In realtà solo più tardi scoprirà che non è lui a essere malato, ma la società in cui vive.

I capitoli, attraverso i quali si snoda la vita dell’inetto Zeno (dal nome parlante: significa straniero, ergo straniero della vita) Cosini (altro termine parlante: il suo cognome significa una srta di “piccola cosa”, “insignificante”) sono i seguenti:

Prefazione

Il fumo

La morte di mio padre

 

La storia del mio matrimonio

La moglie e l’amante

 

Storia di un’associazione commerciale

 

Psicoanalisi.

Zeno tiene dunque un diario, che in seguito invierà al suo dottore per comunicargli il suo punto di vista. Il diario di Zeno si compone di tre parti, contrassegnate dalle date di tre giorni distinti negli anni di guerra 1915-1916. Nella riflessione conclusiva, Zeno si considera completamente guarito, perché ha scoperto che la “vita attuale è inquinata alle radici” e che rendersene conto è segno di salute, non di malattia.

Ineguagliato e ineguagliabile. Tutto stupisce nel libro- capolavoro di Svevo: il personaggio in sé, il suo rapporto con il padre, i suoi “vizi”, il suo nome, il nome delle donne che incontra, i suoi modelli/rivali, le sue vicende personali, persino i suoi comportamenti e le sue movenze.

Ci sono fiumi di interventi critici in proposito, che qui non è possibile riportare, ma che di giorno in giorno aggiungono dettagli all’anlisi di qusto testo.

Uno di quei romanzi che si potrebbero rileggere all’infinito (la sottoscritta è alla terza volta completa) scoprendovi ogni volta un particolare in più, un tassello nuovo nella creazione del puzzle dell’uomo moderno: vitale ma non troppo, inetto ma non sempre.

Ripreso (ma non in toto) nel film Le parole di mio padre del 2001, diretto da Francesca Comencini, liberamente ispirato a due capitoli de La coscienza di Zeno di Italo Svevo, che ho visto e rivisto (anche per motivi didattici…).

Da confrontare.

 (Liberamente tratto da Wikipedia, l’enciclopedia libera).

 

 

latineloqui69

La coscienza di Zenoultima modifica: 2016-08-22T12:42:16+02:00da latineloqui69
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