L’ordine del terrore

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TITOLO ORIGINALE: Die Ordnung des Terrors. Das Konzentrationslager.
L’autore, Wolfang Sofsky, insegna Sociologia all’Università di Gottingen e la sua attività di studioso è orientata sulle forme e le dinamiche sociali della violenza nei contesti di persecuzione sociale e di guerra moderna.
Il suo corposo lavoro (che consta di ben 5 parti più un epilogo) rappresenta un vero e proprio studio pionieristico sulla vita e la morte nei campi di concentramento tedeschi, quindi costituisce un contributo fondamentale e inquietante alle ricerche di storia contemporanea e di antropologia della violenza. Per questo Ralf Dahrendorf si esprime in questo modo sul presente lavoro: “Sofsky espone il potenziale di immoralità che la modernità porta con sé,e che può portare l'”ordine” a trasformarsi in terrore”.
Da notare il messaggio che Sofsky lancia al lettore nell’Epilogo: “Attribuire tutte le colpe ai vertici nazionalsocialisti o alla figura del capo carismatico può aiutare certamente a non sconvolgere l’ordine delle nostre idee, ma ci fa dimenticare che siamo di fronte ad un crimine collettivo, compiuto dalle mani di migliaia di guardie, sentinelle e funzionari amministrativi, nonché da alcuni complici reclutati tar gli stessi detenuti. Il terrore moderno non ha la faccia di un solo despota onnipotente e invulnerabile, ma il volto sfaccettato all’infinito dei mille servi del potere, un volto anonimo se non addirittura meschino, senza la smorfia del furore, l’estasi della crudeltà e la passione del dominio”.
Non sono proprio le stesse parole di Goldhagen, che ci parla di “volenterosi carnefici di Hitler”, ma si va in quella direzione….
Vale la pena riportare- in chiusura- la recensione che ne fece alla sua uscita (1993) il Card. Carlo M. Martini: “(…) Mi auguro quindi che L’ordine del terrore, al di là del suo notevole valore scientifico, contribuisca fortemente ad ammonire soprattutto le nuove generazioni inducendole ad operare con impegno e sacrificio a favore di una pace vera e duratura di popoli, razze, nazioni e all’interno di ogni comunità sociale, civile, familiare”. Parole sante. Sì, perché la lettura FATICOSA (a livello psicologico, intendo) di un simile lavoro dovrebbe poter sortire SOLO un risultato del genere in qualsiasi lettore di qualsiasi tempo. E invece l’epigrafe iniziale ci ricorda con tono apocalittico che ciò non è così scontato:
è avvenuto,
quindi può accadere di nuovo (…).
Può accadere, e dappertutto. (PRIMO LEVI)
latineloqui69
L’ordine del terroreultima modifica: 2016-08-20T16:21:46+02:00da latineloqui69
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