La banalità del bene. Storia di Giorgio Perlasca

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 La banalità del bene è un libro del 1991, scritto da Enrico Deaglio, che narra della vita del Giusto tra le nazioni Giorgio Perlasca  e del suo operato a Budapest  durante la seconda guerra mondiale.

Il titolo è un chiaro riferimento, ribaltato, al titolo del libro  di Hannah Arendt La banalità del male. Eichmann a Gerusalemme. 

Una storia vera:  l’incredibile vicenda del commerciante padovano Giorgio Perlasca (1910-1992) che, nell’inverno 1944 a Budapest, riuscì a salvare dallo sterminio migliaia di Ebrei, spacciandosi per il console spagnolo. Era stato IN REALTà un fascista entusiasta e aveva combattuto in Spagna come volontario per Franco. L’armistizio dell’8 settembre 1943 lo trovò lontano da casa, ricercato dalle SS. Avrebbe potuto mettersi in salvo, invece decise di rischiare la vita.

Dal suo ‘Diario’, che costituisce uno dei capitoli del libro, emerge l’azione straordinaria di un solo uomo, aiutato da uno sparuto gruppo di persone, che sforna documenti falsi, organizza e difende otto “case rifugio”, trova cibo. Insieme a Raul Wallenberg strappa ragazzi dai “treni della morte” di Adolf Eichmann, inganna nazisti tedeschi e ungheresi.

Un organizzatore geniale, quindi,  e un magnifico impostore.

Poi, il ritorno a casa e un silenzio (lo stesso riservato ai tanti reduci dai campi di sterminio…) durato quasi mezzo secolo, fino alla sua scoperta, merito di un gruppo di donne ebree ungheresi, ragazzine all’epoca della guerra, che gli devono la vita;  è stato onorato come eroe e “uomo giusto” in Ungheria, Israele, Stati Uniti, Spagna e infine, grazie a questo libro, anche in Italia.

Biografia avvincente ed esemplare, nei contenuti e nello stile. Uno di quei POCHISSIMI casi in cui è davvero difficile dire se sia preferibile il testo originale (lo scritto, il cartaceo) o la sua rivisitazione per il grande schermo, PERLASCA; UN EROE ITALIANO, con l’imperitura interpretazione del BRAVISSIMO Luca Zingaretti.

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