La rabbia e l’orgoglio

rabbia

Partiamo dalla magistrale presentazione di Ferruccio De Bortoli:

 Oriana Fallaci, con questo straordinario scritto, rompe un silenzio di un decennio. Lunghissimo. La nostra più celebre scrittrice (lei dice scrittore e non pronuncia più la parola giornalista), vive buona parte dell’ anno a Manhattan. Non risponde al telefono, apre la porta di rado, esce assai di meno. Non dà mai interviste. Tutti ci hanno provato, nessuno c’ è riuscito. Isolata. Ma la storia e il destino hanno voluto che il centro della moderna apocalisse si aprisse, come una voragine dantesca, poco distante dalla sua bella e letteraria abitazione. L’onda d’ urto di quella mattina dell’ 11 settembre ha sconvolto anche la quiete eremitica ed ermetica di Oriana. Apre la porta, gesto inconsueto del quale sembra meravigliarsi… Lo sguardo è dolce e insieme feroce. Oriana lavora da anni a un’ opera molto importante e attesa in tutto il mondo, fra pile di documenti, in un disordine solo apparente, con fervore guerresco. Le avevo chiesto di scrivere quello che aveva visto, provato, sentito dopo quel martedì e Oriana ha raccolto su alcuni fogli emozioni, pensieri. «Su ogni esperienza lascio brandelli d’ anima», aveva scritto qualche anno fa. E’ ancora vero, verissimo. Pensieri forti. Dirompenti. Su cui ragionare e riflettere. Sull’ America, sull’Italia, sul mondo islamico. Sulla Patria (sorprendente quel che dice sulla Patria). Invettive e tesi che nel medesimo tempo sgorgano dal cervello e dal cuore, o meglio dal cervello attraverso il cuore. «Qualcuno queste cose doveva dirle. Le ho dette. Ora lasciatemi in pace. La porta è chiusa di nuovo. E non voglio riaprirla», sbotta. I suoi soliti artigli. Farà discutere. Eccome.

 

La rabbia e l’orgoglio è il primo libro de “La Trilogia di Oriana Fallaci” (gli altri due sono La forza della ragione e Oriana Fallaci intervista sé stessa – L’Apocalisse). Il libro è la versione estesa dell’articolo apparso sul quotidiano Il Corriere della Sera il 29 settembre 2001 in seguito all’attacco alle Torri Gemelle dell’11 settembre 2001.

Il libro ha avuto straordinario successo in tutto il mondo vendendo milioni di copie (arrivando alla ventottesima ristampa) e segnando il ritorno di Oriana Fallaci sulla scena internazionale dopo un silenzio lungo dieci anni. La scrittrice stava preparando il romanzo Un cappello pieno di ciliege (poi pubblicato postumo), quando l’allora direttore del Corriere della Sera Ferruccio De Bortoli la convinse a pubblicare i suoi pensieri riguardo ai temi legati all’11 settembre: gli Stati Uniti, l’Italia, l’Europa e l’Islam.Per la Fallaci sarebbe in atto un processo di decadenza della civiltà occidentale, soprattutto europea. Nel libro, la scrittrice fiorentina accusa duramente la classe politica italiana e più in generale occidentale, gli intellettuali e anche la Chiesa cattolica di alimentare o tollerare tale decadenza. Una citazione illustre estrapolata dal libro è: “Vi sono dei momenti, nella Vita, in cui tacere diventa una colpa e parlare diventa un obbligo. Un dovere civile, una sfida morale, un imperativo categorico al quale non ci si può sottrarre“. Con questa espressione la scrittrice sottolinea l’impossibilità di mantenere quel silenzio che si era precedentemente auto-imposta come unica soluzione per lenire la sua ardente rabbia di fronte ad un’Italia che l’aveva delusa. Lo schianto degli aerei contro le torri è dalla Fallaci comparato ad un coltello che si infilza in un panetto di burro. Il libro si conclude con un’espressione dal tono perentorio: “Stop. Quello che avevo da dire l’ho detto. La rabbia e l’orgoglio me l’hanno ordinato. La coscienza pulita e l’età me l’hanno consentito. Ora basta. Punto e Basta.” 

(Liberamente tratto da Wikipedia, l’enciclopedia libera)

latineloqui69

La rabbia e l’orgoglioultima modifica: 2016-08-22T16:12:59+02:00da latineloqui69
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